Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum PL

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aktualizacja 6:15 PM UTC, Mar 18, 2024

IL PROFILO DEL FORMATORE ALLA LUCE DELLA LETTERA APOSTOLICA PATRIS CORDE

Il formatore è essenzialmente un fratello a cui l'Ordine affida il compito di accompagnare gli altri fratelli nel loro cammino vocazionale e di assisterli nel discernere la volontà di Dio e nel rispondere alla chiamata con libertà e impegno. Accompagnare significa "creare spazi che rendano possibili la responsabilità, la fiducia e la trasparenza in tutti gli ambiti" . La priorità è aiutare l'altro a crescere "in libertà, rispettando la singolarità di ogni fratello" . San Giuseppe che ha amato Gesù "con il cuore di un padre" e lo ha accompagnato nella sua crescita fino alla maturità ci illumina in questo servizio. In questo anno dedicato al Patrono della Chiesa universale, "lo sposo di Maria e il padre di Gesù" , anche noi possiamo riscoprirlo nel campo della formazione.

San Giuseppe e il formatoreRavviviamo la fiamma di un’antica tradizione
Le nostre Costituzioni dicono che “Allo stesso tempo veneriamo piamente, secondo l’antica tradizione, san Giuseppe, sposo fedele della Vergine Maria, custode del Redentore e umile lavoratore” (n°52.7). La devozione a san Giuseppe è evidente negli scritti dei primi Cappuccini . Un'altra evidenza storica sono le tante Province, le chiese e l’arte a lui dedicati. Le caratteristiche devozioni dei Cappuccini erano la devozione ai sette dolori di san Giuseppe – ossia i 7 Pater noster e Ave Maria a suo onore - , la litania di san Giuseppe e l’atto di affidamento a lui. Alcuni famosi predicatori: Giovanni Maria da Tusa, San Giuseppe da Leonessa e San Lorenzo da Brindisi hanno lasciato delle opere di grande valore teologico sulla persona e la missione di San Giuseppe. I frati divulgavano questa devozione mediante la predicazione o con libretti. Invitavano tutti non soltanto a chiedere la sua intercessione ma sopprattutto a imitare le sue virtù.

La Casa di Nazareth: icona per la fraternità formativa
Ogni formado arriva in una fraternità “per opera dello Spirito Santo” (Mt 1:18), viene accolto come Gesù nella casa di Nazaret dove “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2:52). Il formando, che ha lasciato una famiglia naturale ed è chiamato a conformarsi sempre di più a Gesù, sa di entrare in una famiglia spirituale dove spera di trovare non solo dei fratelli, ma anzitutto una madre e un padre che lo accolgono, lo difendono e gli insegnano a compiere la volontà del Padre. Nella formazione iniziale in modo particolare, spetta al formatore ricoprire il doppio ruolo di “madre” e di “padre” per i formandi, e questo è determinante per il loro inserimento equilibrato nella fraternità e nell’Ordine. Non è un caso che nei commenti alla Regola che erano i principali strumenti di formazione per i primi Cappuccini, il modello di obbedienza era la sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria . Si può intuire che nell’immaginario dei primi Frati, il modello del formatore era san Giuseppe a cui Gesù era sottomesso come figlio.

Il Formatore fratello e padre:
Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione” . La formazione iniziale è una tappa molto delicata e determinante per l’inserimento dei frati nell’Ordine. Quando viene affidata a un fratello maturo, convinto della bellezza della nostra forma di vita, i formandi trovano non solo un fratello compagno del viaggio ma anche un padre come San Giuseppe, che si impegna a far crescere Gesù in loro. Per fare ciò, “il formatore dev’essere maturo umanamente e cristianamente” . In realtà, tramite l’Ordine, è Dio stesso che affida a una persona specifica nella fraternità formativa i figli che Egli chiama alla nostra forma di vita. Del formatore, si direbbe quello che il Papa dice su san Giuseppe: “Dio si fida di quest’uomo, così come fa Maria, che in Giuseppe trova colui che non solo vuole salvarle la vita, ma che provvederà sempre a lei e al Bambino” . Allora, all’interno della fraternità formativa, il formatore, tiene i formandi per mano e gli insegna a camminare sulle vie di Dio e ad inserirsi gradualmente nella fraternità.

Con cuore di padre: così Giuseppe ha amato Gesù” . Tutti i formandi hanno bisogno di questo amore dal cuore di padre. Il formatore, come un fratello maggiore è “chiamato ad esercitare una vera paternità spirituale” che non è facile. Con l’Apostolo, ogni formatore potrebbe dire: “Figli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché Cristo non sia formato in voi” (Gal 4:19). Amare con cuore di padre significa anzitutto accogliere l’altro come dono, e quindi essere primo testimone della fede in Dio che ci dona gli uni agli altri come compagni di viaggio, e custodi degli altri ed essere così una prova concreta che è possibile vivere il Vangelo. Di più, siccome nei confronti di Gesù, Giuseppe è “l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da lui per seguire i suoi passi” , così i formandi dovrebbero cogliere nei loro formatori qualcosa della paternità di Dio.

Conclusione
Oggi assistiamo a numerosi abbandoni della vita religiosa e sacerdotale: essi ci richiamano tutti a riconsiderare l’importanza della fedeltà e della perseveranza . Un pilastro per la fedeltà e la perseveranza è la virtù della disciplina, una virtù che i figli imparano naturalmente della figura paterna. In un mondo segnato da una grande crisi dei padri, dove “spesso i figli sembrano essere orfani di padri” , servono tenerezza, accoglienza, coraggio creativo, e ascolto attento; tutti valori necessari per essere formatori secondo il cuore di Dio. Questi tratti li possiamo contemplare in San Giuseppe e chiedere la sua intercessione per svilupparli in noi a nostra volta. “Padri non si nasce, lo si diventa” ; formatore non si nasce, lo si diventa. San Giuseppe ci aiuti.

Francis Bongajum Dor, OFMCap.

Delegato per l'ordine Francescano Secolare, Curia Generale, Rome