Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum IT

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updated 11:54 AM UTC, Mar 20, 2024

Il Consiglio Internazionale della Formazione

Il Consiglio Internazionale della Formazione, presieduto da fr. Charles Alphonse e da fr. Jaime Rey Escapa, rispettivamente Segretario e vice Segretario del Segretariato Generale della Formazione, si è incontrato online, sulla piattaforma Zoom, da lunedì 14 a venerdì 18 giugno. L’argomento della settimana è stato il passaggio dalla Ratio formationis generalis, il documento sulla formazione nell’Ordine già uscito e la cui traduzione nelle varie lingue è quasi ultimata, alla Ratio formationis localis, ovvero la sua trasposizione nelle realtà più piccole, a livello di Conferenza e, ancor più, di Circoscrizione.

Ogni giorno si è seguito lo stesso schema: dopo un momento di preghiera iniziale, si è avuta una riflessione da parte di un esperto; c’è stata poi la testimonianza di un confratello che lavora nell’ambito della formazione; ancora, ci si è divisi in gruppi continentali, per confrontarsi su quanto detto; si è tornati in assemblea per la condivisione; infine, una preghiera di chiusura.

Il benvenuto del lunedì è stato dato dal Ministro generale, fr. Roberto Genuin, il quale ha sottolineato alcuni aspetti da tenere in considerazione, primo fra tutti quello della vita fraterna, che a livello formativo si fa fatica a vivere e a far passare ai giovani che si avvicinano a noi. Ha poi ringraziato i membri del Consiglio per il prezioso lavoro che stanno svolgendo, ricordando a tutti che c’è ancora molta strada da fare insieme. La prima riflessione, invece, è stata proposta da Beppe Roggia, salesiano, su “Senso e necessità della RF localis”: egli ha parlato soprattutto dell’interculturalità, cioè di quel dinamismo che permette non soltanto di vedere la ricchezza delle culture, ma anche di creare un interscambio virtuoso tra di esse, costruendo così veri rapporti fraterni. Roggia ha affermato che questo, ormai, è un elemento irrinunciabile per la formazione alla vita consacrata oggi.

Martedì è toccato a Méthode Gahungu, docente, sacerdote diocesano, presentare il tema: “La sfida di inculturare il progetto di formazione”: un Progetto che vuole essere davvero formativo, secondo il relatore, deve necessariamente partire dall’analisi della situazione di vita e di missione della persona da formare, perché altrimenti rischia di essere un insieme di indicazioni idealistiche che non interessano la persona. I contenuti della formazione e i metodi sono da inculturare per un dialogo efficace con il territorio, prendendo spunto da Gesù, che è stato un esempio eccezionale di come avere una mentalità progettuale pronta a radicare la formazione nelle culture.

Il giorno seguente si è avuto l’intervento dell’ex Ministro generale, fr. John Corriveau, che ha parlato de “Il carisma cappuccino nelle diverse culture”: dall’alto della sua lunga esperienza come Ministro, egli ha mostrato come, fin dall’inizio, noi cappuccini siamo stati riconosciuti come i “frati del popolo”, cosa che continua ancora oggi in varie parti del mondo, soprattutto attraverso due aspetti fondamentali: la centralità della vita fraterna e l’inserimento fra i poveri.

La riflessione del giovedì è stata portata avanti da fr. John Peter, confratello indiano, maestro degli studenti in Francia, che attraverso il tema “Inculturare i valori cappuccini nelle culture e saggezze locali”, ha messo in evidenza l’importanza decisiva delle varie culture nel processo di inculturazione, sottolineando come, in ognuna di queste, c’è sempre qualche elemento da trattenere e da conservare, grazie al quale si può affermare con certezza che anche la più piccola e apparentemente insignificante ha qualcosa da dire e da dare al carisma cappuccino.

Il venerdì, dopo un’interessante presentazione fatta da fr. Jesús García, cappuccino della Custodia dell’Ecuador, su “Protezione dei minori e degli adulti vulnerabili”, il Consiglio ha ascoltato la sintesi esposta da fr. Mauro Jöhri, già Ministro generale, che ha ripreso e rilanciato alcune provocazioni e alcuni spunti emersi durante la settimana. In particolare, fr. Mauro ha ribadito la centralità della fraternità formativa perché forma e introduce al vivere insieme da fratelli; ha fatto notare che il contenuto della Ratio formationis è ancora ben poco conosciuto e che quindi c’è molto da lavorare in questo senso; ha messo in luce il rischio che corriamo di vivere la nostra vita religiosa come fuga mundi, mentre invece siamo interpellati a stare in mezzo alla gente, apprezzando il buono che c’è nelle nostre realtà locali, pur facendo attenzione nel respingere ciò che è contrario al Vangelo; infine ha rilevato come, in questi giorni, ci si è concentrati troppo sui contenuti e poco sulla metodologia da seguire per tradurre la Ratio generalis in quella localis.

L’incontro si è chiuso con il saluto di fr. Roberto Genuin, che ha esortato i consiglieri a coinvolgere quanti più frati possibile in questo percorso di traduzione e ad andare avanti con fiducia.