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Santuario del Volto Santo - Manoppello

I 400 anni del Santuario di Manoppello e la misteriosa storia del Volto Santo

Nell’ambito delle celebrazioni della festività della Trasfigurazione di Gesù (6 Agosto 2021), la comunità dei Frati Cappuccini di Manoppello (Italia) ha voluto ricordare, con un anno di ritardo, a causa della pandemia, i quattro secoli dall’avvio dell’edificazione del convento, iniziata nel 1620, che fu sin dalle origini legato inscindibilmente al Volto Santo. Grandi pannelli all’esterno della Basilica ricordano per l’occasione le origini del convento ai pellegrini che tornano a visitare il Santuario.

Il convegno, introdotto dal ministro provinciale, fr. Matteo Siro, ha visto l’intervento di fr. Luigi Del Vecchio, che ha tratteggiato la presenza dei Cappuccini a Manoppello, la costruzione del piccolo e modesto convento quasi nascosto ai piedi della Maiella, oggetto di vari rifacimenti e ampliamenti nel corso del tempo, in particolare nel Novecento. Ha ricordato l’amaro allontanamento dei frati, a seguito della soppressione degli ordini religiosi operata durante l’occupazione francese e quindi nel periodo post-unitario. In quest’ultimo caso, il Volto Santo rimase chiuso in chiesa, con l’intera comunità manoppellese che vigilò sul convento fino a quando fu possibile il rientro dei Cappuccini.

Nel successivo intervento, fr. Francesco Neri, consigliere generale dell’Ordine, si è soffermato sulla teologia del Volto Santo, sottolineando come il volto esprima innanzitutto l’identità di una persona. Il Volto Santo di Manoppello “ci insegna ad adorarlo e onorarlo”, soffermandosi nel descrivere le orecchie, gli occhi “che chiamano” e “che perdonano” e quindi la bocca “che apre al sorriso”. Poi l’invito appassionato “a stupirsi, a meravigliarsi del Volto Santo”.

Nel suo articolato intervento, lo scrittore tedesco Paul Badde, autore di saggi sul Volto Santo pubblicati in vari Paesi del mondo, ha iniziato le sue riflessioni richiamando come nella storia del Volto Santo a Manoppello per molto tempo la sacra immagine non è stata resa pubblica, salvo rare circostanze e per le processioni. Soltanto dal 1923, nel corso degli ennesimi lavori di adattamento della Basilica, l’allora superiore fr. Roberto da Manoppello fece realizzare l’attuale ostensorio al di sopra dell’altare. Numerosi gli altri argomenti oggetto di trattazione, a cominciare dall’identificazione, da parte di fr. Domenico da Cese (1905-1978), del Volto Santo nel sudario di cui si parla nel Vangelo di Giovanni e quindi nella Veronica (vera-ikon), come sostenuto anni dopo da fr. Heinrich Pfeiffer, già docente di storia dell’arte cristiana presso l’Università Gregoriana. Proprio i suoi studi sulla identificazione del Volto Santo nella Veronica emersero sui media internazionali alla vigilia del Grande Giubileo del 2000. La memorabile visita di Benedetto XVI a Manoppello il 1° settembre 2006, che Badde ha ritenuto uno dei gesti più significativi del suo pontificato, ha ulteriormente rafforzato la conoscenza e la devozione al Volto Santo nel mondo. Appena tre settimane dopo, il Papa elevava la chiesa a Basilica minore ed esattamente un anno dopo la sua visita lasciò ai Frati Cappuccini la sua personale preghiera.

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Il Volto Santo di Manoppello costituisce un’immagine inspiegabile, un velo sottilissimo, che sarebbe di bisso marino, visibile da entrambi i lati, che misura cm. 24 x 17,5 e posto al di sopra dell’altare dell’omonima Basilica. Per molti studiosi, si tratta del Volto della Resurrezione. L’immagine mostra il volto sofferente di un uomo, che tradizionalmente si ritiene il Volto di Cristo. Entrando nella chiesa, l’immagine del velo, attraversato dalla luce, appare del tutto trasparente, quasi invisibile. Avvicinandosi all’altare si scorgono progressivamente le sembianze di un volto ponendosi alla sinistra o alla desta dell’altare. La stessa immagine – nell’altro lato del reliquario - si può osservare da vicino salendo la scalinata dietro l’altare. Colpiscono soprattutto i suoi occhi, il suo sguardo vivo, intenso e profondo, che difficilmente si dimentica.  

Il velo è custodito tra due vetri racchiusi da una antica cornice in legno realizzata dal cappuccino fra Remigio da Rapino nel 1618, di passaggio per il paese, nello stesso anno in cui la sacra immagine fu acquisita dal dott. De Fabritiis, che la custodiva devotamente nella sua casa di Manoppello, fino a quando la donò ai Cappuccini perché fosse venerata da tutti. Il Volto Santo sarebbe stato presente a Manoppello sin dal secolo precedente, come si evince dalla Relatione Historica di fr. Donato da Bomba, incaricato dal provinciale del tempo di redigere un documento sulla misteriosa immagine all’atto della donazione. Il saggio frate era ben consapevole della natura acheropita del velo, attestando nel 1640 e poi pubblicamente nel 1946, come non si trattasse di un dipinto.                                                                                                                                

Anche questo convegno ha inteso favorire la più ampia conoscenza del prezioso velo anche nell’ambito delle comunità dei Cappuccini ovunque esistenti nel mondo.

Il rettore della Basilica del Volto Santo di Manoppello p. Antonio Gentili

 

Puoi consultare:

  • Pagina web del Santuario in più lingue: italiano, polacco, inglese, tedesco e spagnolo
  • Rivista del Santuario, di recente pubblicazione, per commemorare il 400° anniversario – Il Volto Santo

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