Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum ES

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updated 11:54 AM UTC, Mar 20, 2024

Se abbiamo memoria e grazia le nostre separazioni non sono permanenti

 

Con gratitudine, affetto e preghiere, alcuni fratelli della Curia generale si sono recati a celebrare la Messa al cimitero di San Lorenzo al Verano il 2 novembre. Fr. Michele Mottura, il guardiano, ha celebrato la Messa e i fratelli hanno pregato insieme per le anime defunte. Nella sua omelia ispirata, fr. Michele ha condiviso le seguenti riflessioni:

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Oggi è un giorno di memoria del passato, un giorno per ricordare coloro che hano camminato prima di noi, che ci hanno anche accompagnato, ci hanno dato la vita. Ricordare, fare memoria.

La memoria è ciò che fa forte un popolo, perché si sente radicato in un commino, radicato in una storia, radicato in un progetto. La memoria ci fa capire che non siamo soli, siamo una comunità, una chiesa: un popolo che ha storia, che ha passato, che ha vita. Memoria di tanti che hanno condiviso con noi un cammino, e sono qui (indica le tombe intorno). Non è facile fare memoria.

Fare memoria: biblicamente è sempre riannodare il tessuto delle opere di Dio – la sua misericordia – calata nella nostra vita; non è subito ricordare le cose fatte dal singolo, ma fatte da Dio nella storia, nella vita dell’uomo. Fare memoria dell’opera di Dio in coloro che ci hanno preceduto, nell’Ordine, come nella Chiesa, come nella nostra famiglia. Fare memoria delle opere di Dio nella propria vita. Quando pensiamo ai nostri cari, ora defunti, facciamo memoria di ciò che essi hanno fatto: la parola di Dio ci invita a fare memoria di ciò che hanno ricevuto da Dio stesso, e, semmai, come lo hanno fatto fruttare.

Fare memoria, come comunione con coloro che ci hanno preceduto. La comunione dei santi, la comunità ecclesiale che ha più volti: il volto terreno e il volto celeste, della vita eterna.

Fare memoria come luogo da cui scaturisce la speranza: sempre, nella Bibbia, accanto al fare memoria, c’è la richiesta che rilancia la vita verso il futuro. Per noi è rilanciare la fiducia e la fede nella risurrezione, il grande sviluppo della memoria. Resta un interrogativo: la visita al cimitero, la memoria dei defunti, quali speranze ravviva in noi? Non una speranza astratta, ma una speranza esistenziale, verso cui confluisce il nostro vivere.

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